NOME COMUNE: SALICE BIANCO
NOME BOTANICO: SALIX ALBA
Il Salice Bianco deve il suo nome alle foglie che, sulla pagina inferiore, presentano un chiaro colore argenteo. Può sembrare curioso che sia la pagina inferiore della lamina, tendenzialmente nascosta, a dare il nome alla pianta tutta: si stupisce forse meno chi ne ha intravisto il caratteristico luccichio che la foglia presenta, quando l’albero è mosso dal vento.
È un’essenza che ama l’umidità dei bassopiani, e i terreni leggermente acidi. Si trova infatti in riva ai fiumi o lungo le sponde dei laghi, dove è anche comune osservare il suo “vicino” di specie, salix babylonica: il più famoso salice dai rami penduli, che ricadono verso il basso conferendo alla pianta il portamento decombente o appunto piangente.
Può vivere dai 50 ai 70 anni, crescendo di circa 160 cm ogni anno – pur fermandosi all’altezza massima di circa 30 metri.
Dato il rapido sviluppo, viene spesso tagliato per stimolare la crescita di rami nuovi e flessibili, o vimini, che vengono usati per lavori di intreccio. Questa particolare potatura finisce per dare all’albero una particolare forma, detta testa di salice; è una pratica tanto legata al salice bianco che da questa gli deriva il soprannome di salice da pertiche.
Ha una corteccia dal tono caldo, giallo o quasi rossastro, che viene usata per la concia delle pelli, e secoli fa come carbone per la polvere da sparo. I rami vigorosi e sottili sono coperti di foglie lanceolate, dal margine seghettato. Queste hanno un colore verde-grigio, e in età adulta vanno coprendosi di peluria. Sono apprezzate dai bruchi di numerose specie di falene, inclusa la bellissima sfinge degli occhi.
I fiori unisessuali (maschili e femminili) si trovano su esemplari diversi: sempre riuniti in amenti, i maschili densi e gialli, i femminili corti e verdi. Fioriscono intorno a marzo-aprile, nel momento in cui crescono anche le foglie. Il frutto incapsula numerosi semi, con un ciuffo di peli: dispersi dal vento, creano assieme ai pioppi le caratteristiche nuvole cotonose di pappo.
I salici sono fonti neutrali di salicina o acido salicilico: nel 1853, il chimico francese Gerhardt ne estrasse l’acido acetilsalicilico, o ASA, farmaco ad oggi registrato con il nome commerciale di Aspirina. Una specie dalle infinite risorse: dai rami del salix alba si produce anche un potente ormone radicante (utile per meglio mettere a dimora nuove piantine o talee), proprio a motivo dell’acido salicilico presente nella corteccia.
Amavo la lappola e l’ortica, e più di ogni altro un salice d’argento. Riconoscente, lui visse con me la vita intera, alitando di sogni con i rami piangenti la mia insonnia.
(Anna Achmatova)

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.