NOME COMUNE: Carpino nero

NOME BOTANICO: Ostrya carpinifolia

Il Carpino nero è un’essenza originaria dell’Europa Meridionale, Asia Minore ed area caucasica. L’appellativo genere ostrya proviene dal greco, e significa conchiglia: allusione alla forma dell’involucro che custodisce gli acheni, che ricorda una conchiglia bivalve. Carpinifolia, invece, indica la somiglianza delle foglie con quelle del carpino bianco: le due piante, però, appartengono a generi diversi!

È una pianta pioniera, ovvero capace di crescere su terreni spogli, che derivano da incendi, frane, disboscamenti. Si diffonde infatti con facilità, sia grazie all’emissione frequente di polloni, sia all’estensione del viaggio di ciascun suo seme. Diffondendosi nelle aree brulle, il carpino nero prepara il terreno per altre specie, meno rustiche e più esigenti: e dà il via al ciclo del rimboschimento.

Ha un tronco dritto, dalla forma regolare e cilindrica, che in condizioni ottimali arriva sino a un’altezza di 20 metri. La corteccia, bruna o grigia, è ruvida e ricca di tagli e fessure, cosa che lo differenzia dal pur simile carpino bianco.

La chioma degli esemplari giovani ha quasi una forma conica, mentre col l’età assume una forma rotondeggiante e globosa. I rami, anche di tenera età, sono ruvidi e coperti di lenticelle. Le sue foglie hanno una lamina ovata, con una base rotonda che si affina arrivando all’apice, che è a punta. Il margine è dentato, con denti più fitti e appuntiti rispetto al capino comune, e la foglia è tendenzialmente ricurva, quasi mai distesa e dritta. Si trovano alterne sui rami. Un tempo, erano spesso utilizzate come alimento degli armenti, quando l’erba nei prati era secca o scarseggiava.

Fiorisce in aprile, prima che compaiano le foglie: i fiori maschili sono amenti lunghi e pendenti, che somigliano a quelli del nocciolo. I femminili sono invece più corti e tozzi. In maggio compaiono le infruttescenze bianche, che ricordano quelle del luppolo.

Ciascuna loggia o “squama” di questo frutto è un rivestimento sottilissimo che contiene degli acheni. La loro capacità di viaggiare col vento per lunghe distanze permette al carpino nero la sua così ampia diffusione in terreni pur spogli, come si è detto.

Io non so se nell’orto / dove le ghiande piovono e oltre il muro / si sfioccano, aerine, le ghirlande / dei carpini che accennano / lo spumoso confine dei marosi, una vela / tra corone di scogli / sommersi e nerocupi o più lucenti / della prima stella che trapela.
Eugenio Montale, L’orto

Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.

↑ Le illustrazioni della rubrica Li conosciamo davvero? di Forestami sono realizzate dalle illustratrici Annalisa e Marina Durante, docenti di Super - Scuola Superiore d'Arte Applicata.